sabato 7 luglio 2012

Lo sguardo orizzontale





Ho subito due interventi chirurgici in poco più di un mese. Ora attendo con pazienza che il corpo assorba le ferite e ritrovi il suo equilibrio, la sua armonia. Anche lo sguardo. Si, perché in queste settimane il mio sguardo, pur non essendo interessato dalla malattia, ne è stato in qualche modo coinvolto. Qualcosa, insomma, ha subito anch’esso.
 
Mi sono domandato a cosa era dovuta l’ottusità nebbiosa del mio guardare, caratterizzata da svogliatezza del vedere, incapacità di fermare l’attenzione visiva e indifferenza verso qualsiasi scenario della realtà. In un primo momento ho attribuito tutta la responsabilità di questa apatia visiva alla mente. Ero convinto che questo deficit dipendesse dal fatto che il cervello richiamasse a sé tutte le energie per gestire l’ansia e la paura del bisturi o dei misteriosi rituali ospedalieri. Pensavo che il cervello convogliasse tutta l’attenzione sulla malattia debilitando altre possibilità percettive.




In realtà mi sono accorto che c’era qualcosa d’altro, qualcosa che aveva a che fare con la posizione da cui il mio sguardo partiva. Per diversi giorni, infatti, il mio sguardo è stato (e ancora sarà per qualche tempo) supino. Guardare il mondo da sdraiati è un po’ come adagiare lo sguardo sulla linea dell’orizzonte, affidare di continuo la messa a fuoco all'infinito. E’ come sentirsi sempre all’estremità della visione, in forza di uno sguardo che è stato privato della prospettiva mobile della posizione eretta. Lo sguardo da sdraiati, “orizzontale”, perde un po’ il senso delle proporzioni, delle distanze, dei rapporti spaziali e dinamici tra le cose cui lo sguardo “verticale” ci ha abituati. In questo generale indebolimento della prospettiva tutto  è compresente, fluttuante, senza distinzioni marcate tra particolare e generale. Tutto è avvolto, come nella pittura orientale (Sesshu Toyo, ad esempio) o in quella aprospettica di William Turner, nell’infinito continuo dell’orizzonte.



1 commento:

salvo saia ha detto...

Vero, assolutamente é così.